giovedì 7 aprile 2011

Il Pagellone di Filippo Zullliani e Nicola "Lucia" Blini

Qualificazione acquisita e tutti in vacanza.
Aria da ultimo giorno di scuola al San Giobbe Stadium tanto che, come da buona squadra già qualificata, il turnover è di quelli da remi in barca o come dice il collega Loris Reggiani, "da dargliela su": a riposo Pegoraro e Sissa (il portierone titolare), Galli in recupero dall'infortunio sul surf a Santa Cruz de Tenerife (così dice, secondo noi gli è caduto un bicchiere di birra su un piede), mentre capitano e rimanenti si presentano con la testa leggera all'ultimo match di girone contro Le Skamorze.
Ci viene il dubbio che fosse un po' troppo leggera.
Pronti via, nonostante la rosa stiracchiata si capisce subito che il divario tecnico in campo è di quelli importanti, ma qualcosa non gira come deve: sfortuna, portiere avversario, piedi tutt'altro che caldi, poca attenzione, fatto sta che a metà della prima frazione lo Sparta Spritz è sorprendentemente sotto nel risultato.
Nessun dramma, qualche imprecazione, due staffilate di rabbia a fine tempo e il risultato è di nuovo in parità. Tutto come da copione?
No. Fino al 4-4, infatti, la partita è tutta meno che in discesa, nonostante lo Sparta produca un volume di gioco che nemmeno un rave in piena Love Parade. Batti e ribatti, occasioni sciupate e i soliti piedi da convergenza non fatta tengono Le Skamorze in partita fino al 6-4 rabbioso e meritato. Poi la follia.
Una squadra con la partita in pugno, il gioco saldamente in mano e la palla sempre fra i piedi, spreca, esagera e butta via, per stanchezza e disattenzione, 3 punti facili in soli dieci minuti.
Crisi? Panchina saltata?
No solo un assaggio di primavera.
In fondo Pazzo Sparta Amalo!!!

Davide "bimbo sperduto" Della Porta. 7.
Il voto va tutto al sacrificio e all'abnegazione, perchè se usassimo dei parametri tecnici per valuate la prestazione, inizierebbe a fare freddo. Fare il portiere non sarà mai il suo mestiere e nemmeno doveva esserlo ma, assente il "Taibi lagunare", il secondo era lui. Ci mette attenzione e tanto tanto sacrificio, ma non bastano. Ha il merito di non abbattersi almeno finchè un chirurgo ortopedico decide che il suo ginocchio è da operare e glielo apre letteralmente in due.

BERSAGLIO MOBILE.


Filippo "bassa tensione" Bergianti. 6,5.
Le condizioni migliorano, sia sue che del terreno di gioco, e si vede. Parte lento come sempre, ma stavolta il diesel non si ingolfa; almeno non troppo. Mantiene lucidità e calma fino alla fine nonostante l'apnea degli ultimi dieci minuti. Testa alta e personalità che gli mancavano da un po' si traducono in due gol (nonostante portiere, legni e conclusioni da conati di vomito) e in una quantità di gioco non sempre supportata dalla qualità. E' il primo a non chiudere la partita quando si dovrebbe per leziosità. Qualche litigio in meno col pallone avrebbe aiutato lui e squadra.

INTERMITTENZA.


Nicola "victorinox" Pinazzi. 6,5.
E' capitano e fa il capitano. Da maestro passa il tempo a dirigere, guidare, bacchettare e sistemare i suoi orchestrali che troppo spesso steccano. Forse per questo è meno presente davanti alla porta e sul tabellino: meno incursioni, meno folate come un vento a trenta gradi sotto zero, meno tiri che ghiacciano il portiere. Che sia già pronto per la panchina? Lui nega e tira una saracca. Anticipi puntuali sulle caviglie in ritardo degli altri e tanta energia come sempre.

PILASTRO PORTANTE.


Davide "big jim" Crocoli. 6.
Al rientro dopo un turno di stop per aver picchiato una mascotte avversaria, è ancora un po' annebbiato. Sarà il caldo, sarà il terreno di gioco troppo stretto per le sue spalle, ma fatica più del solito ad essere efficace. Spregiudicato, coraggioso ma, come sempre, poco preciso soprattutto sotto porta, nonostante le due segnature: sensibili problemi statici rilevati alle strutture delle canonica di San Giobbe. Sposta gli equilibri tattici della partita e mentali del suo compagno di reparto Zomer, con cui ha qualche scambio d'opinione di troppo. In sostanza un "guastatore" in tutti i sensi.

TESTA DI CUOIO.


Cristiano "geometra" Zomer. 6.
La malta per il solito muro di sostegno è mancata e le prestazioni solide delle ultime uscite non si sono ripetute. La stanchezza ha preso il sopravvento sulla geniale lucidità e sulla duttilità tattica che gli hanno fatto guadagnare il titolo di "professore" del centrocampo. Nonostante viaggi sempre a risparmio energetico, il crollo fisico si vede e si sente nel finale di partita. La visione di gioco illuminante perde di potenza a lungo andare, ma resta decisiva per accendere le luci sulla via maestra al resto della squadra. Che qualcuno non abbia pagato le bollette dell'ENEL però è un dubbio che deve venire.
Il suo personalissimo film della partita è "Se il cervello della squadra va in debito d'ossigeno...".

APNEA.

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